lunedì 2 gennaio 2012

Questo non è il posto




Sarà una qualche eredità pagana da scontare, perché quando esco dal Multisala c’è vento, vento malevolo e carico di salsedine a colpirmi le narici, a spellarmele di brutto e a cristallizzarmi i capelli e gli occhi, non è possibile che sia andato, non è possibile che abbia atteso seduto infastidito che i fotogrammi quei frammenti boriosi degni della penna di un Curzio Maltese sbrodolante componessero un film del cazzo celebrato appunto dai curzii maltesi riuniti in tutto il mondo, quella congrega di falliti e dementi che trepidanti di smaneggiare e smanettare e fare a pezzi Lars Von Trier solo per una professione sbilenca di fede anti-umana, solo per un vaneggiare puffoso di HITLER con reazione pavloviana e indecorosa di plebi vaneggianti, hanno deciso che questo film, questa sofferenza cacata fuori dal ventre immondo dell’apocalisse di san giovanni ma senza le xilografie di Blake, questa storiucola immota e lenta di quella lentezza che sembra ipostatizzata da Malick con spazi ampi grandi luminosi e oscuri al tempo stesso quelle praterie sabbiose e le solitudini neon alcaline i pianori da grande west che vorrebbero essere narrazione alla McCarthy e Leonard e pure Bunker che cazzo mi frega, debba passare alla storia e passarci dalla parte sbagliata che è poi quella giusta nel senso comune ma per me davvero sbagliata e mentre i curzii maltesii continuano imperterriti col fiato grosso e rotto a spippettarsi in bagno alla vista, anzi alla visione epifanica di questa svagata rockstar mezzo-ebrea tanto irrisolta ma distribuita dalla giudeissima miramax, finita la ruota di scorta delle vite belle altro giro altro trionfo rapsodico e periodico, ecco quindi la vendetta la ricerca di se stessi la new age con fastidioso ossequio ai Cure e ai Joy Division ma senza suicidi né Anne Frank, vorrei un film sui Brainbombs e sui sobborghi anomici di Uppsala ma invece devo accontentarmi di questo cazzo di panegirico da pater familias rincoglionito odiatissimo e con trauma edipico lasciato al figlio sfigato e poi celebrato e con ego mefitico al sole, per quale ragione un figlio vuol tributare onori post-mortem ad un padre pezzo di merda ma io notoriamente non capisco un cazzo non scrivo nemmeno su La Repubblica, non voglio salvare patrie né darmi arie da intellettuale semplicemente perché sono superiore a queste merde umane, il multisala scorreggia le ultime lucette e l’odore di hamburger di carne frollata dal ristorante fast food e dalle pizzerie e dalla sala slot-machine, tutte le sale odorano di carne di vitella, si spande in aria colpendomi le narici assieme a quel porco vento, a quel canto di sirene cattivissime ed io rumino poderose deflagrazioni bestemmie e penso ai soldi che ho buttato, preferibile sarebbe stato andare a scommettere o accumulare le monete per giocarci a poker o comprarci un libro o un cd o disperatamente tirare sul prezzo di un pompino sulla litoranea dove le ultime nigeriane lottano su ogni lembo di terra una micro-berlino della prostituzione multietnica assalti all’arma bianca per la definizione di un nuovo scacchiere geosessuale.
Bello, vero ? Con questo devo fare i conti. Il giudizio estetico, e gli occhi strabuzzati della donna curzia maltesa, anche lei per l’occasione saltimbanco di mirabolanti imprese verbali e scorreggine patetiche di regime, il senso edipico è su tutto, come quegli hamburger in crosta di mondezza, e i rimasugli delle patatine, prendo le monetine per uscire dal parcheggio, una volta a tirare su la sbarra c’era un simpatico canaglione della Banda della Magliana, sfortunatamente eclissato dal piombo dei sicari qualche anno fa in piena pre-recrudescenza di delinquenza senile e borgatara, niente De Cataldo per lui, nemmeno Sollima, ma cinema-verità di cadavere bucato e sangue e un funerale sobrio e tanta gente a dire ma che cazzo davvero lui no non l’avrei mai detto, nessuno l’avrebbe mai detto, probabilmente nemmeno i sicari che non hanno detto niente né l’a né il ba si sono limitati a scendere dalla moto e a spintonarlo facendolo cadere per poi crivellargli il petto con dodici proiettili tanto per vedere l’effetto che fa, è più interessante la morte del tizio bandito che il film, dico lo sapevi che c’era sto criminale a tirare su la sbarra e lei imperterrita o che interpretazione ma secondo te era più Robert Smith o Ian Curtis no perché secondo me è un mix, dice proprio mix, anglismo da poco prezzo a mezzanotte meno un quarto io sono glaciale e ghiacciato ho le stalattiti di odio appollaiate sulle sopracciglia, un mix certo bofonchio errando tra le macchine alla ricerca della mia, un mix, letale, è un uomo sofferente, continua lei, sono certo ora mi sprofonderà nel baratro dei suoi studi di semiotica, pontificherà con me, parlerà a me a me che odio umberto eco e tutto lo strutturalismo di merda e le lezioni del cazzo che hanno elevato sta merda al livello di Deleuze, è il prezzo della democrazia mi dico, chiunque può avere una opinione e ritenere che sia così importante da essere gridata amorevolmente anzi cinguettata candidamente pensando alla inane stronza espressione di Sean Penn, una interpretazione intensa e sofferta, dice, certo confermo, sofferente, ma che cazzo di sofferenza, quella anodina insensata priva di humus e di sperma, dove sta il sangue, è tutto comodo, l’ebreuccio vuole vendetta, ma no che gretto antisemitismo, ed io penso a Cannes Von Trier e Klaus Barbie, proprio il nazista con nome da bambola una volta disse “i francesi mi odiano perché ho ferito il loro orgoglio gallico e ho dimostrato che sono stupidi”, al che i francesi non la presero bene, come non prendono bene mai niente, persino quando Carla Bruni fa i pompini al cesso e Strauss Khan va a fare le ammucchiate con le negre inalatrici di crack è una congiura antifrancese la resistenza oradour Joachim Peiper lo sbarco in Normandia e le baguette croci uncinate, sono un gretto antisemita e attendo in riva al fiume che il cadavere di Robert Smith passi, Von Trier è stato linciato perché non ha parlato di mangiare merda o di inculare bambini argomenti che ogni buon francese sovrastrutturalmente consapevole innalzerà nel pantheon delle metafore e della libera espressione Von Trier il danese ciccione simpatico e canaglia ha detto una burlona battuta citando il nome di HITLER e allora i francesi si sono scordati della bastiglia e della fratellanza e della marianna e della libera espressione e della dottrina mitterand e si sono indignati, continuando a pasteggiare con la merda.
Merda, come questo film.

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