venerdì 9 dicembre 2011

BAD KARMA





Nato egoista e cinico, insensibile e tiepidamente disforico mi compiaccio, come Sade, dell'idea che la mia tomba scompaia dalla faccia della terra portata via da qualche inondazione di detriti e fanghiglia.
Assorto in questo genere di pensieri confortanti e premurosi, mi indispettisco da solo pensando a quanta merda devo quotidianamente ingoiare ed una epifania mi si para, e prostra, davanti, non sarà per caso ma proprio per caso che la mia intera battaglia contro il genere umano sia determinata, causa-effetto, da un umanissimo sentimento di frustrazione ? Quesiti glaciali, pesanti, su cui meditare per una intera notte, forse per questo il cazzo mi fatica a diventare duro e la donnina pagata cinquanta euro, lei sì davvero frustrata lecca succhia lappa bacia e carezza manipolando pure le palle, ma senza apprezzabili conseguenze, sono fermo e irrigidito nelle membra, ma non nel membro, con una teofania gotica di sdilinquimento omicida nel cervello.
Di notte tutte le strade si somigliano, e specialmente la Tuscolana che fende palazzoni di edilizia popolare e quartieri dai nomi antichi ed altisonanti ridotti a tappezzeria immobile di sfasciacarrozze e parchetti incolti, non ti accorgi quasi dei chilometri macinati, non ti accorgi delle insegne verdi scintillanti delle farmacie con le loro croci pagane e delle autoambulanze che sfrecciano in tutte le direzioni e il flusso continuo costante ipnotico e magmatico di luci e vento e schizzi di pioggia, il caldo utero del porno show, ogni scalino ogni chance ogni banconota elargita ogni possibilità remota e ricacciata fuori dal peso della storia, la trasgressione pagata un tanto al chilo, mi guardo da fuori come se fosse possibile una alterità e una terzietà che mi dicono possa essere solo dei giudici e dei magnaccia, mi illudo crogiolandomi nella illusione di avere un peso specifico un qualcosa da comunicare, a chi poi?, mi sento come Albert Caraco mentre faceva esercizi ginnici di nichilismo e come l'ultimo soldato SS rimasto a Berlino a presidiare un lembo di terra fuori dal Bunker, con la gente festante e arresa e i panzerfaust deposti e la bandiera dei corsari issata su un carro armato interrato e fatto sparare contro la fanfara russa, mi dico che forse dovrei condurre una vita più sana più equilibrata più in sintonia con i ritmi socialmente accettabili, e poi mi dico pure che non devo vaneggiare e che la maglietta con la faccia di Ian Brady è un dono di Dio, che leggere Artaud fa bene al mio senso estetico e alla mia volontà di morte.
Non è colpa mia se esistono Fabio Volo e Lele Mora a questo mondo. Non devo essere troppo duro con me stesso, e per quanto possibile dovrei cercare in questo dedalo cementizio ai Colli Albani piaceri spiccioli da poco prezzo, che mi facciano sentire lontano dalla mia essenza e dallo scambiare chiappe su facebook.
Vorrei una vita interessante come quella di Tullio Brigida, libero come il monossido di carbonio.
Potente e fiero come Pietro De Negri dopo l'ennesima sniffata di cocaina.
Un isolazionista eroico e contumace in fuga dalla sua stessa esistenza, senza processo ma con una giuria di entusiasti a battermi le mani dietro.

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