mercoledì 7 dicembre 2011

Satana si è fermato sulla Salaria




I giovani che adorano Satana e fumano crack si danno convegno notturno sulle scalinate di Via di Grottarossa, a pochi passi da una baraccopoli zingara e da un collegio dal sontuoso cancello di ingresso adorno di alberi secolari e pneumatici Pirelli vagamente incendiati - qualche timida puttana si scalda davanti la vitrea fiamma (non nera, come si converrebbe, ma rossiccia), tra le sinuose ed infernali volute di fumo cancerogeno, nell'odore di plastica catramata che va in ebollizione, ed i giovani intonano i loro inni Mysticum e Watain da vecchi stereo sfasciati e gracchianti sul modello quattro piste che fece grandi i Darkthrone prima che i Darkthrone scoprissero retroattivamente l'hardcore.
Questi sono giovani di prospettiva, di giorno studenti universitari, scrittori solipsistici di blog, carezzanti e olezzanti d'amore, affastellati gli uni contro gli altri nel sempiterno gioco della non-vita, in una enigmatica e sontuosa messa in scena, una opera d'arte totale di graffiti e scritte alla Moccia ma diciamo chiaramente che quando Wagner ha teorizzanto l'opera d'arte totale non ha tenuto in considerazione Fabio Volo, ed io che tra le frasche verdeggianti mi faccio spompinare da una rumena di ventitre anni posso guardarli ballare e danzare come nella storia notturna sabbatica, nomadi ed erranti e cinici e penitenti e disillusi da una futura esistenza al chiuso dell'Associazione Bancaria Italiana, tecnici in fieri e giuristi e periti aziendali ma non periti nel senso necroforo di Karen Greenlee.
Choosing Death.
Scegli la morte.
Ma sceglila sul serio.
Come un Totenkopf istoriato sulle cicatrici di neve e geometrie imperiali.
Le Bestie di Satana nell'anomia nordica, e non Roma Nord - lo so, il Labaro ha un nome sufficientemente marziale, dove le colline infossate sul serpente acquitrinoso chiamato Tevere, tra costoni di roccia e case abusive edificate con una fretta sospetta in perenne sospensione, lassù sono giustificati a voler formare band black metal composte da un solo membro fondatore generalmente intrigato dalle acque del Gange e da Odino e da Lucifero, ho appena speso sessanta euro per un ponderoso volume sull'Induismo antico, dai Veda ai Purana, gli inni di distruzione, leggo Caraco e Cioran barcollando nel nichilismo gelido della notte odiando, nei fatti, chiunque, eppure non sono un degno adoratore del Capro Nero, non come loro giustificati nella trasgressione tirannica dal non avere un cazzo da fare.
Io, purtroppo, faccio.
Faccio collezione e scempio rovesciato dei dipinti di Austin Osman Spare, e mescolo Gilles de Rais, nella sua fluttuante costipazione emotiva musicale Whitehouse e nel declino crepuscolare batailliano, nella sua transeunte caratterizzazione di conferenza crowleyana come alchemico simbolo nigredo-albedo-rubedo cicli cicli mestruali anche, lo mescolo con i vagheggiamenti di Artaud e le carni straziate di Sarah Kane, e poi  colleziono film porno GGG e shitting tedesco, corposo e pastoso e secrezioni anche diarroiche se vogliamo, ho i numeri di Jack Number Two e i consigli dietologico-perversi su alimentazione e caviar, le epopee infinite di fisting e orgia dentro i lucori del KitKat berlinese, questo mi pone fuori dal girone consapevole del black metal militante, perchè in questo black metal non sei ortodosso se non passi le tue giornate a studiare lo sconto bancario e le serate a sbronzarti nel nome dei Tsjuder, non ho poster di Frazetta nè libri satanici finlandesi che dovrebbero spiegarmi la relazione intercorrente tra sciamanesimo sami, fuor di Eliade, e Lucifero. E sono, poi, sufficientemente razzista da scoparmi questa puttana usando un preservativo, mantenendo un alterato e altero distacco in pvc.
Mimano oscene processioni gotiche coi giubbotti lisi, in cuoio, impestati di toppe di gruppacci dai loghi inguardabili, ed io che li osservo con aria torva ma non torva nel modo immortalato dalle foto di Beste finisco per essere soltanto un nichilista spompinato dietro un divano putrefatto su cui crescono licheni e buste di plastica.
Il mio sperma gronda insaccato nel profilattico mentre la fisiologia della puttana rumena mi disgusta e per trovare un minimo di conforto erettile devo pensare al capitolo  "problemi sadomasochisti" del libro Vittime di Abuso, edito da CSE, una ottima carrellata parascientifica di degrado morale e casistica sessuale, immergere la mia mente provata dal tremito orgasmico nella congerie di donne violate, sottomesse, incestuose e variamente abusate, ma non nel modo salvifico e redimente dei giochetti di ruolo, i giochetti che anche questi fumatori di crack e peyote e toppe dei Deathspell Omega praticano con riservato contegno, al netto delle interpretazioni freudiane il sadomasochismo messo in scena da quel libro è un brodo di stupro e sadismo inflitto senza speranza alcuna di guarigione, non è una carezzina amorevole vergata con un flogger sulle canute chiappe di una casalinga.
La linea decrescente di tumori mentali rappresentati da questi gibbosi metallari mi inquieta, mi intristisce, mi fossilizza sulla e nella osservazione pietosa, i lampi dei fari dei camion e i fuochi delle puttane che si riverberano sulle rade pozze d'acque, ed il vento che fa stormire le foglie e l'odore di erba bagnata, il silenzio e il black metal, una catacombale muschiosa colonna sonora perenne nelle mie orecchie, anzi no nella mia mente. Cristo si sarà pure fermato ad Eboli, ma qui Satana è incolonnato sulla Salaria.
Da parecchio, ormai.

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