domenica 11 dicembre 2011

La Merda di Dio




Il niente nientifica tra le chiappe porose di questa puttana nigeriana, subitaneamente rivestitasi mentre un cliente ha tentato la fuga nel fitto della boscaglia finendo sparato e ruzzolando in un cumulo di vestiti marci e di merda di cinese, avamposti cacatoi con cassette di frutta scodellate sotto il culo tra le frasche e le foglie dei platani su cui si appendono le carote e le zucchine da usare come dildo, c'è un eterno ritorno della bocca e della fica e più raramente del culo senza preservativo io malata borbotta la troia negra io malata io AIDS scandisce le sillabe come una ritardata, le cinesi scorreggiano e cacano sulle cassette di frutta rubate alla Conad e si nascondono mimetiche tra gli avallamenti le collinette e la scabbia, una trans non ha paura guarda sfidando il duello che si va consumando sotto il solustro a scacchi che filtra tra le fronde.
Pineta di Ostia, mattina inoltrata, giustificazioni abborracciate e minestrone di buoni sentimenti e patetico lirismo nichilista, froci spompinanti e spacciatori e marocchini ragazzi di vita al deposito ACEA e i cespugli si scuotono si muovono si flettono le sagome si scrutano cruising emozionale destituito di fondamento, l'essenza più pura del male come compartecipazione gnostica di galera anomia e cazzo in gola, scambiano sperma come fosse un dono prezioso, tra puttane controlli e tanta malattia, fisica e mentale - cosa ne sarà di me ? gorgoglia contrito un cliente, con quel tono gnostico da cinico e da penitente, il Castello di Silling non deve essere tanto lontano.
Uno svizzero fa finta di pettinarsi gelidamente seduto al posto del conducente, su una Nissan Micra verde metallizzato perfettamente intonata al contesto generale, suda e boccheggia, ciò nonostante si pettina sperando di diventare invisibile, tutti i clienti e tutti i froci si radunano come in una agiografia da deportazione, mancano i treni ma lo spirito è giusto.
La puttana nigeriana estrae una lametta dalla borsa e si recide un polso, ma in maniera stupida, un getto di sangue le scende sul braccio senza insistenza e senza convinzione, avesse voluto davvero la morte avrebbe aperto con ben altra energia e in verticale, non quella farlocca mossa orizzontale, poco profonda, poco incisiva, avrà in premio una cicatrice e tanta compassione da parte degli amici dei negri, la guardo come si guarderebbe una merda di cane, attento ad evitare il getto purpureo certamente infetto - cazzo vuoi fare ? le chiedo, diventare la donna-oggetto di Oliviero Toscani ? Pubblicità repressa e trasgressiva come la notte trascorsa al club privè o dentro una discoteca di Riccione, Damien Hirst e Chris Ofili e la merda della madonna e squalo sotto formaldeide e brillanti e diamanti e plastinazione e Von Hagens e trapani nel cervello, il quoziente carnografico splatter di una donna inutile, di una donna persino negra, sarà portata in ospedale dove scopriranno ciò che già so, l'AIDS e la malattia e poverina poveretta poveraccia un mantra di compassione liofilizzata e servizi televisivi e campagne socialmente consapevoli.
Le cinesi continuano ad essere le più malate, nella ipotetica ed ipocondriaca gara per il primato della carne esiziale le cinesi nei loro bordelli attorno Termini vendono fiche purulente e colme di pustole e di epatite e di AIDS persino più promiscuo e infetto di quello delle africane, le cinesi sono focolai pretenziosi di pompini alla scabbia, e qui in pineta vengono a cagare e poi si fanno leccare l'ano ancora impiastricciato di filamenti mucosi marroncini, c'è molto decoro qui, tantissimo decoro in salsa cinese, involtini primavera di vomito e diarrea, fanno massaggi in spiaggia massaggi conditi con seghe frettolose e malpagate e poi nuovamente massaggi il tocco del male attaccando infezioni psoriasi e la metaforica congiunzione di cazzi e spalle, massaggiano scapole e coglioni e i peli del pube trascinati sul cliente successivo, fantastiche cinesi che persino Saviano ha dovuto omaggiare con l'incipit di Gomorra cadaveri stipati dentro container marinari e noi le puttane le vediamo essere/non essere la questione tragica del nichilismo europeo senza Heidegger e senza Junger ma con solo queste mani giallognole sudate e sporche e piene di ferite e tagli e croste e sperma rappreso vera crema di bellezza, santoddio mi dico mentre evito l'ennesima cacca umana a forma di cuore nel folto di questa pineta e la vedo bella chiazzata liquefatta dispersa come una frattaglia di vacca, la metafora di carne e dio.
La merda di Dio, proprio.

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