giovedì 8 dicembre 2011

FRAMMENTO XI





Tor di Quinto non sfigurerebbe nel prossimo libro fotografico di Antoine d'Agata, e io dico se smettesse di andare per Cambogia e Tailandia e bordelli ostrogoti giusto giusto rischiarati da lampade alogene potrebbe venire ad inerpicarsi qui nella giungla di cartone, con metaforici machete e altrettanto metaforiche buone intenzioni, mentre noi avanziamo imprimendo bene a mente la strada del ritorno disossato sentiero di erba ciancicata e potremmo toglierci il pensiero, espressione che in sè non vuol dire nulla se non l'ossimoro del decoro urbano, fa freddo, ho lo scaldacollo che mi fa sudare di un sudare ghiacciato microstalattiti minchioni mi falcidiano la pelle arrossandomela, ho i guanti, gli scarponi e i pantaloni antipioggia, e nel complesso somiglio ad un fante della Leibstandarte Adolf Hitler masticante gomma, scazzato e perplesso e borbottante mentre chi apre la fila abbatte alberelli cespugli ed evita siringhe insanguinate conficcate con prepotenza nella corteccia degli alberi abbattuti, potrebbe Antoine scattarci una foto-ricordo nell'inferno verde e noi fischiettiamo un allegro motivetto di morte, sono le sette e dodici, il freddo continua imperterrito ad uccidere la nostra voglia di essere qui.
Il decoro urbano ce lo impone, seriamente.
Dobbiamo bussare alle abitazioni, o meglio ai camper e alle roulotte piazzati su gettate di cemento armato proprio qui nel cuore del nulla, dentro cui signore attempate over-sessanta ed over-settanta concedono le loro archeologiche grazie dietro compenso nemmeno tanto esiguo, perchè gli aficionados del genere siano avvertiti e avvertiti per tempo che ogni ossessione ha un suo prezzo, carne avvizzita e vene varicose e pompini con o senza dentiera, e l'idea di scopare la formaldeide e la naftalina e le ragnatele nella fica e la nonna porno perchè la pornografia è una grandiosa mimesi della vita, queste donne che Antoine dovrebbe riprendere ed eternare nell'osceno detour della vecchiaia come elemento di saggezza si affastellano occhieggiando sui bordi dei camper, coltivano piantine di marijuana e scopano e fottono tra una cena coi parenti e una gita in pulmann con annesso piazzista della Folletto, spompinano ossequiose di foto e santini di San Francesco e Padre Pio con quell'abbligliamento erotico dozzinale da Stazione Termini e qualche particolare che tradisce una gestazione culturale ed esistenziale di civettuola povertà, ed il rossetto è sempre troppo rosso troppo marcato troppo volgare, cerone nemmeno fosse una piece teatrale, calze a rete, la volontà guardinga di divenire personaggio da lavare via quando poi la domenica si mangiano le pastarelle al cioccolato in compagnia dei nipotini - non una vita necessariamente anomica, ma una tradizione e come tutte le tradizioni ormai ha perso il senso dell'origine lontana per divenire coazione e routine.
Noi della Leibstandarte cittadina ci dividiamo in gruppuscoli, mi viene richiesto con un certo imperioso contegno di recarmi presso la più malmessa ed oscena delle roulotte, un affare sbilenco, purtrido, col tettuccio sfasciato e le ragnatele oggettive a filare tra i rami degli alberi ed i vetri, sanno tutti di questo mio trasporto ideal-tipico per il brutto, per il sordido e per il patologico ed allora se ne approfittano.
In questo lembo di Amazzonia pornografica, le Iene non si sono mai avventurate, nè che io sappia ricercatori sociologici formati sull'altare di Francesco Alberoni, nè giornalisti nè progressisti col mito del buon selvaggio, e si vede perchè nemmeno i rom si degnano di viverci, solo queste puttane ottuagenarie con la carie nel cervello e tanta tanta confusione, e pensioni sociali minime e file alle poste e una totalitaria propensione a continuare a prostituirsi, quelle che proprio non ce la fanno più per decadenza fisiologica che per oggettiva carenza di volontà si riciclano nel sempiterno samsara della delinquenza metropolitana, piccolo spaccio piccolissima ricettazione.
Uno mi fa, ma te lo immagini venire in questo merdaio, pagare e pagare caro per scoparsi tua nonna ?
Me lo immagino, preciso. Me lo immagino ogni volta che su Bulk Porn vado a cliccare imperioso e convinto generi come granny, mature, ed older, sfruttando la caduta verticale della mia dignità, me lo immagino prefigurando scenari di ragazzini idioti e di riti di passaggio, ma senza Van Gennep a nobilitarne la consistenza, con solo disparate e disperate voglie sessuali, manie urgenti, viscerali, il diavolo marcia con noi e specificamente con me mentre tento di scarabocchiare dei pasticciati e sbafati particolari anagrafici ed identificativi su un atto di notifica.
Demoliamo tutto, signora. Ma signora lo dico senza rispetto, senza tono neutro, solo una curiosità morbosa, come a tentare telepaticamente di scardinare ogni reticenza, ogni renitenza, raccontami, sembro pensare e lo penso davvero, raccontami quanti cazzi giovani spompini, quanto sperma inonda questa erbetta rada e degradata, quanto decoro urbano violi mentre ti fai sodomizzare e il tuo sfintere dilatato rilassato certo malato pulsa come l'occhio di Odino, lei rimane però muta, insensibile alle mie richieste, non ha colto la brama porca e miseranda che mi cova nella mente, nel cuore (nero, avvizzito, marcio),e deluso scornato frustrato le notifico l'atto e torno sui miei passi dove il resto della truppa si va raccogliendo per una ulteriore esplorazione a fondo, nel vitreo vigliacco folto della foresta.
Te li immagini, è una eco portata via dal vento.
Si, me li immagino.
Precisamente.

Nessun commento:

Posta un commento