venerdì 9 dicembre 2011

Gerald Stano a Piazzale Clodio







La scena nel complesso è da dipinto iper-.realistico alla Frank Bauer, una algida aula di tribunale immolata sulla pretenziosa sospensione del tempo tra secrezioni pastose lunari di luce scorreggiante, pareti di un grigio immoto a strapiombo sulle carte e sulle rinsecchite copie del codice di procedura penale, il giudice sbadiglia provato dalla sequenza oggettivamente stordente di rinvii ed audizioni di testi d'accusa e insulse domande di avvocati giovani ed imberbi più annoiati di lui, guardo il soffitto scrostato e minaccioso sembra davvero vicino alla terra al pavimento sporco le cooperative di pulizia devono essere in sciopero forzato da circa venti settimane, sento introdurre il nuovo dibattimento mentre due uomini bassi e neri vengono portati dentro da quattro agenti della Penitenziaria ed un maresciallo dei Carabinieri si fa strada tra i banchi e raggiunge la sedia con microfono posta di tre quarti davanti al giudice, sempre più scoglionato e insondabile nei suoi misteriosi pensieri.
Sodomia forzata, è il primo concetto dipanato nell'aria ferma ad attrarre la mia attenzione, sodomia forzata ed eiaculazione in faccia, faccia rubizza e avvinazzata di studentessa americana, tutte naif diciamocelo convinte che solo a Detroit e all'8 Mile e nei video di Eminem ci sia un quoziente di violenza da temere, e certo noi non abbiamo i Bittaker i Bundy i Stano ma abbiamo nomadi romeni in giro a piede libero con giostre Mercedes e birre belle fresche da sorseggiare guardando il tramonto a picco sulla Casilina, o nei parcheggi di scambio dell'Anagnina tra i palazzi del campus universitario e i raduni dei papa boys dove tra preservativi kleenex merda di cane e somodie forzate rom si consumano esistenze in accelerazione fiumi oceani di macchine lamiere contorte si trascinano lente a passo d'uomo mentre display a cristalli liquidi pongono l'accento sulla necessità di guida con specifici meccanismi di ritenzione aka cinture di sicurezza e dicono spiattellando la verità quanti punti si perdono a concedersi certe trasgressioni immonde, sodomia forzata dicevamo ed è un florilegio di chiese romaniche istoriate di lucori arancioni e stelle gettate sulle strade da presepe post-giudeo e vicoli e locali notturni e movida e studenti fuori corso e comitive ebbre di stranieri e rapaci extracomunitari spacciatori che promettono paradisi artificiali.
Dietro compenso, il carabiniere è paonazzo, dietro compenso l'imputato si è offerto di condurre le due giovani presso un suo conoscente e qui di trattare per loro l'acquisto di alcuni grammi di cocaina, e lo scenario passa dalla maestà corrotta di Piazza Navona alla suburra alternativa del Pigneto, amena località strapaesana tumorale piena di vita e di non vita, di bonghi ritmi alternativi e bellezze etniche, palazzi fintopoveri stracolmi di intellettuali santoddio intellettuali dai capelli crespi il perenne abbonamento a MicroMega e ad altri esemplari di giacobismo sporco di caviale in tasca esperti fruitori di LP hutu e osservatori per niente distaccati di cinematografia iraniana e tagika, immagino ci viva pure quella professoressa di antropologia culturale che una volta, quando ero un cazzone universitario, volle tenerci un seminario sulle guerre etniche esordendo con un affastellante ed affabulatorio "spero che nessuno tra voi creda nel concetto di razza" e quando io timidamente presi la parola, dopo aver altrettanto timidamente sollevato un braccio e sciorinai una vomitata di De Gobineau, Klages, e persino di Levi-Strauss che la razza la ammetteva pur chiedendone il superamento concettuale la vidi prima sbiancare poi farsi rosso pompeiano poi ancora violacea con gli occhi lacrimanti e supplici annaspando per l'aria come se un femore di pterodattilo le si fosse incastrato giù per la gola, ed io credo nella razza, ci credo fermamente, come ci credono questi predoni Rom dal cazzo facile, un cazzo principalmente predisposto alle sodomie forzate, e ci dica, incalza il giudice canuto evidentemente riavutosi dal coma precedente, pregustando facili scenari pornografici, ci dica cosa ha visto quando ha fatto irruzione nella baracca.
Baracca che segna il passaggio successivo, dal Pigneto a Torre Maura, di abboccamento in abboccamento, in gioco di rimandi e scatole cinesi che ha portato la gang rom a circuire le due americane.
Che non era una baracca, precisa il maresciallo paonazzo pure lui anche senza aver sentito concetti razziali, lo dice quasi a proteggersi con quella precisazione da ciò che verrà dopo, era un rudere di una antica villa romana usato come rifugio dai pastori, eggià perchè a Roma nell'agro rimasto fermo al Papa Re e ai briganti, solo leggermente ricontestualizzato con le Smart dei trans e i camion non assicurati, abbiamo la transumanza delle mandrie e le bestiole brucanti erba ingiallita dal cemento armato, abbiamo le baracche ed i Re Magi e la stella cometa neon da locale porno, questo rudere usato come abituale dimora da un gruppo di sbandati rom, alcuni giostrai alcuni spacciatori tutti conosciuti e con precedenti specifici, laddove lo specifico consiste prevalentemente in una sequenza di violenze carnali in danno di loro connazionali, italiane e turiste poco accorte - una volta entrati, abbiamo sorpreso P. fermo su un divano e stava guardando un film porno, lo sussurra con un timidissimo refolo di voce, il pubblico avvocatizio rumoreggia, chi ridacchia, le guardie della Penitenziaria osservano corrucciate i due gaglioffi rom i quali da par loro ridono, nemmeno fosse una scampagnata, mentre C. era nell'altra stanza e stava violentando la K., su di un materasso sporco, lei era legata con una catena da cane per il collo ed assicurata ad un passante metallico conficcato nel muro, la S. pure lei legata in quel modo era poco discosta ed osservava singhiozzando la scena - come la stava violentando ? Chiede il giudice, mentre io mi sporgo in avanti e guardo C., uno gnomo barbuto e con capelli neri lucidissimi lunghi alla sandokan un ghigno ineffabile e sardonico scolpito sulla faccia durissima, un uomo rotto a tutte le esperienze e che ha deciso di rompere anche gli altri, in prevalenza sfinteri di ventiduenni americane sbronze e brille e stronze, questa non è pizzaland non c'è il basilico nè la dolce vita stropicciata con pronuncia blesa qui c'è cazzo lercio e suppurato da succhiare mentre si ha un serramanico puntato alla tempia, succhia succhia troia troia maledetta lo diceva in italiano un italiano selvaggio e stentato ma d'effetto - ma non la stava prendendo da dietro ? obietta l'avvocato difensore, più avvinto dalla coerenza filologica del film porno che va creandosi nella sua mente che dallo screditare il teste - il rapporto orale è stato subito dopo.
Subito dopo la sodomia ? il giudice si sta sporgendo in avanti e temo possa stramazzarmi al suolo pure lui, l'aula è scesa in un furtivo silenzio di tomba, un silenzio da cinema porno -subito dopo la sodomia, conferma ed io immagino questi carabinieri fermi nella penombra muffosa del rudere intenti chi a pedinare un rom masturbatore col solustro azzurrognolo di un pornazzo chi invece a bearsi del live show inscenato dalla K. e da C. - roba che io devo cacciarci 50 centesimi a botta, mi maledico pensando a quella serranda di kevlar che spezza le mie concupiscenze ogni minuto nel locale di peep show dove vado a comprarmi seghe ed esistenze devastate.
Queste americane fatto un giretto per college e siti web, tutti a base di redenzione europea e couch-surfing, vengono a vivere il paradiso oleoso della pizza, della bontà e della musica di Bocelli, un paese inquieto ma bonario di pulcinella e latin-lover, simpatici affabili e guidos - ma queste americane, Amanda Knox esclusa, finiscono a Campo dè Fiori o a Piazza Navona e facendo finta di spedire innocue cartoline coi monumenti ai genitori Battisti e severi, si rimorchiano marocchini, pregiudicati italici e altre umanità che un tempo, quando la Giustizia era seria, venivano spedite a fare trasferte senza diffidati nell'europa dell'est- e queste americane succhiano cazzi e patiscono sodomie forzate, gang bang nichilistiche con puzza di pelle laida, The Hitcher non ha insegnato nulla, se non ad Amanda Knox, il vecchio trito ma veritiero adagio del non accettare caramelle dagli sconosciuti.
Una vita rovinata, distrutta, per sempre alterata ! Impreca il Pubblico Ministero, una donna che suppongo andrà a cena dalla professoressa di antropologia - terminologia da romanzo di Peter Sotos, ferite aperte e che, spero, non si rimargineranno mai nella mente della povera americana incatenata, nè in quella altrettanto sconvolta della sua amica costretta a guardare lo spettacolino certa che poi sarebbe venuto il suo turno.
Eiaculazione in faccia ! Ulula la PM - il money-shot avrebbe detto Jamie Gillis, mi rinserro nella mia vaga consapevolezza assassina e tremenda, quanta energia sprecata, quanti meravigliosi concetti buttati al cesso -ma ci rendiamo conto ! sempre la PM a bestemmiare metaforicamente, poi andrà a pasteggiare col cappuccino -una mancanza totale di rispetto, mi vengono i brividi, io intanto scorro in carrellata flash-back tutte le migliaia di cumshot a cui ho assistito, e non è tanto male, no non è tanto male la cosa.
Sento battermi sulle spalle, è G., un grosso avvocato specializzato in violenza sessuale, sfruttamento della prostituzione, e celebre e celebrato dalle band Rom, le migliori pagano in contanti soldi unti ma benedetti, pecunia non olet con ancora la sborra impiastricciata sopra, i due gaglioffi non li difende lui, anzi è piuttosto critico sul comportamento dimesso e renitente del loro avvocatucolo, ma poi G. ha delle sue ataviche ed ontologiche antipatie con la PM in questione ed avrebbe pagato oro per vedersela con lei ed io avrei pagato oro per sentire la distruzione morale della dignità delle due yankee.
Mi chiede se ho con me i due libri sul turismo sessuale in Tailandia che ho promesso di prestargli, per una sua ricerca commissionata dall'Ordine degli Avvocati, mi tengo aperte le porte e le rade simpatie da quando sfanculai un mio precedente contatto al grido di "scriviamo pure, ma sia chiaro, tutto dalla parte dei turisti sessuali", pensò, erroneamente, ad una provocazione punk, poi comprese che io non sono un provocatore ma un serio, oggettivo malato mentale.
I due libri non li ho, e il suo interloquire mi sta privando di ulteriori densi particolari pornografici, percepisco solo un drammaticamente sibilato "ha fatto in tempo a tirarsi su solo le mutande quando l'abbiamo ammanettato", quel gesto borghese e puritano mi fa cadere in disgrazia il malefico C.
Tu quoque !
Dove si va a pranzo ? chiede G.
Boh, faccio io, davvero poco interessato -ed intanto penso chissà come cucinano le due americane. Un pensiero stronzo ma divertente e con un sorriso inopportuno ma sincero mi sollevo dalla mia sedia e mi avvio all'uscita, portandomi dietro l'insidioso G.

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